CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







domenica 6 maggio 2018

Ormos Andreas - Korfos


Nella notte il vento si è placato. Verso le 4 mi sono svegliato e ho fatto un rapido controllo dell'ancoraggio. Al largo si vedono le luci di alcuni pescherecci, tutti perfettamente equidistanti l'uno dall'altro. Habibti galleggia tranquilla e dalla riva si sente il canto delle cicale. Non mi resta che tornarmene a letto. La sveglia suona alle 6. Oggi le miglia da percorrere sono parecchie, anche se non ho ancora deciso quale sarà la destinazione finale. Fatta colazione, alle 7 issiamo le vele. C'è ancora un po' d'onda residua, ma il vento è sempre a nostro favore. E' tornato il sereno e la navigazione verso Corinto procede magnificamente. Ad alcune miglia da quest'ultima località un branco di almeno un centinaio di delfini, e non esagero, ci offre uno spettacolo mozzafiato. Almeno una ventina di loro ci accompagnano per una quindicina di minuti facendo le loro evoluzioni davanti la prua di Habibti e saltando a gruppi di tre o quattro al suo fianco. Una sola ed unica altra volta mi era capitato di assistere ad un simile spettacolo. Era stato una quindicina di anni fa nel Golfo di Squillace a bordo di "Nausicaa". L'eccitazione è massima. Tania, a prua, continua a battere incessantemente i piedi sulla coperta come si usa fare per attirare la loro attenzione e mia madre, a poppa, perde quasi la voce a forza di entusiastici "u-uuh, o-ooh e a-aah!". Scattiamo decine di fotografie e facciamo qualche filmato. Mica capita tutti i giorni uno spettacolo simile! Dopo aver incrociato due barche a vela che risalgono a motore verso Patrasso, è giunto il momento di decidere quale sarà la nostra destinazione di oggi. Non conosco il porto di Corinto, ma sia leggendo il portolano che dai racconti di alcuni amici che vi si sono fermati, non mi pare un granchè. Così, visto che è solo mezzogiorno, decido che attraverseremo oggi il Canale. A cinque miglia dal suo ingresso chiamo per radio sul canale 11 preannunciando il nostro arrivo. Mi dicono di richiamare ad un miglio di distanza per ricevere istruzioni. Poco dopo, sento una chiamata proveniente da una nave diretta in Turchia che annuncia anch'essa il suo arrivo. E' ancora a quindici miglia dietro a noi e spero di non dovere attendere il suo transito prima di ricevere l'autorizzazione al passaggio. Le navi commerciali hanno infatti la priorità sulle imbarcazioni da diporto. Ad un miglio richiamo e mi dicono che al momento nel Canale c'è traffico contrario, ma che fra una ventina di minuti potremo passare. Attendo il mio turno a circa 200 metri a nord dell'ingresso. Poi, dopo venti minuti precisi, ecco che arriva l'autorizzazione. L'operatore mi dice di transitare alla massima velocità in quanto c'è traffico in attesa. E così, a circa 7 nodi, un poco distanziati da un catamarano carico di turisti che ci precede, cominciamo ad attraversare il Canale. Al suo interno mi pare di individuare la zona nella quale c'è stata la frana che lo aveva ostruito per circa un mese lo scorso marzo costringendoci a modificare il nostro programma. In quel punto la roccia delle pareti è più chiara. Mentre siamo a metà canale riceviamo per radio un'altra chiamata che ci richiede di aumentare ulteriormente la nostra velocità. Capisco la logica di tale richiesta, ma rispondo che sto già andando a 7 nodi e che più di tanto la barca non può andare. Replicano semplicemente: "Thank you!". Credo si tratti più che altro di una prassi perchè poco dopo sento che l'operatore chiede alla nave che è dietro di noi e che sta entrando ora nel Canale di non procedere ad una velocità superiore a 5 nodi. Mettetivi d'accordo, mi viene da pensare. Nel frattempo, un inaspettato cicalio, mi segnala che abbiamo perso il segnale GPS. Penso sia normale, vista l'altezza delle pareti che lasciano solo una piccola parte di cielo visibile, ma non avevo mai sentito nessuno che sui vari social o libri avesse riportato questo fatto. In ogni caso il segnale riprende nel momento in cui ormeggio alla banchina all'uscita del Canale per pagare il transito. Ho letto da qualche parte che il Canale di Corinto è il più caro al mondo. Non so se sia vero, ma di fatto pago 175 euro per gli 11,30 metri di lunghezza di Habibti. Sapendo che la banchina deve essere tenuta occupata il meno possibile, una volta saldato il conto, mettiamo la prua verso Korfos, una ventina di miglia a sud. La raggiungiamo dopo aver superato alcuni isolotti e costeggiando. In prossimità della baia vi sono numerosi allevamenti ittici, probabilmente perchè in questa zona i fondali sono particolarmente profondi già sotto costa. La baia di Korfos costituisce un ottimo ridosso dai venti settentrionali. Noi ormeggiamo alla banchina di una taverna con lo stesso nome del paese su cui è posto un enorme cartellone con su scritto "Free Mooring" e "4 meters depth". Il proprietario della taverna si sbraccia per attirare la nostra attenzione. Accanto, infatti, vi è un altra taverna alla cui banchina sono già ormeggiate un paio di barche. Scopriremo poco più tardi che fanno parte di una flottiglia di charter che verrà raggiunta da altre barche della stessa società poco più tardi. Accanto a noi c'è solo un Hunter 40 che deve essere di proprietà di un amico del ristoratore in quanto è lui che ci sembra prendersene cura. Al momento di ormeggiare comincia a piovere, ma noi ci sbrighiamo nelle manovre. Poi ci sediamo ad un tavolino al riparo, proprio dietro la poppa di Habibti, e facciamo il nostro solito pranzo/cena. Oggi abbiamo percorso quasi settanta miglia e, a questo punto, la stanchezza comincia a farsi sentire. 

(Giornale di bordo)

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