CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 1 maggio 2018

Messolonghi - Nafpaktos


Le malefiche zanzare si dileguano con la luce del giorno. Prima di partire passo a salutare l'equipaggio di "Alanzi" che, alle 9, se la dorme ancora alla grande. Avevo consigliato loro il ristorante in cui avevamo pranzato ieri in citta' e probabilmente deve essere stato di loro gradimento. L'uscita dal canale, effettuata di giorno e con il mare calmo, e' tutta un'altra storia. E' incredibile come in mare, a seconda delle condizioni, tutto possa essere cosi' diverso. Osserviamo i pescatori e i vecchi pontili in legno che si affacciano sul canale. Alcuni sono in pessime condizioni, ma altri in perfetto stato. Alle spalle di alcuni di essi ci sono dei capanni dai colori vivaci, probabilmente utilizzati come depositi per le reti e le canne da pesca. Non oso pensare alla quantita' di zanzare che la notte si aggira sicuramente da queste parti. Fuori, il vento continua a soffiare da levante, ma la sua intensita' e' notevolmente diminuita tanto che dobbiamo per un primo tratto procedere a motore. Lentamente ci avviciniamo al ponte Rion Antirion, costruito in occasione dei giochi olimpici di Atene del 2004. Esso attraversa il Golfo di Corinto e unisce il Peloponneso e la Grecia continentale. Con i suoi quasi tre chilometri di lunghezza credo sia uno dei ponti sospesi piu' lunghi al mondo. Per attraversarlo sul mare occorre ottenere un'autorizzazione dalla stazione "Rion Traffic", che bisogna chiamare sul canale 14 del VHF in sua prossimita'. A seconda della destinazione verra' indicato sotto quale arcata transitare. A noi, che siamo diretti a Nafpaktos, specificano di passare sul lato nord lasciando un pilastro a sinistra e tre a dritta. Diligentemente seguiamo la direttiva, anche se so di amici che sono transitati senza fare nulla di tutto cio' e senza che peraltro gli sia successo niente. E' un'emozione guardare questa imponente opera di ingegneria dal basso. In questo tratto di mare incrociamo due grossi yacht a motore. Sembra che i cretini si siano dati appuntamento in mare tutti oggi. Il primo, con bandiera inglese, alzando un'onda non indifferente, ci fa un "rasatino" che fa dondolare albero e barca come il bilanciere di un orologio a pendolo. Il secondo, per di piu' italiano, per passarci vicino cambia addirittura rotta obbligandomi a modificare all'ultimo la mia per evitare una probabile collisione. Ma, mi chiedo, si puo' essere piu' coglioni? Verso le 13 entriamo nel pittoresco porto di Nafpaktos delimitato da vecchie mura e torri e con alle spalle un'antica fortezza con tre cinte di torrioni. Nelle acque prospicenti, nel 1571, si combatte' la famosa battaglia di Lepanto tra la Lega Santa, che difendeva la cristianita', e la flotta dell'impero ottomano. Uno scontro titanico, conclusosi con la vittoria della Lega, che coinvolse piu' di 500 navi e quasi 100.000 uomini tra soldati, marinai e rematori. Oggi Nafpaktos e' un paesino meta di turisti. Purtroppo al momento del nostro arrivo il molo entrando a sinistra, dove la discesa a terra sarebbe stata piu' agevole, e' gia' occupato da un'altra barca a vela. E' anche inagibile la banchina che si trova , sempre sulla sinistra, immediatamente dietro alle mura perimetrali del porto. Probabilmente per evitare un ingarbuglio di catene e di ancore nel caso qualcuno vi si ormeggiasse, alla sua base e' stata gettata della ghiaia in modo da formare un terrapieno che ti impedisce alle barche di avvicinarsi. A noi non resta che ormeggiare al molo centrale, utilizzando per la discesa a terra una delle due scalette laterali in cemento. Il posto e' incantevole. Essendo giorno festivo il paese e' letteralmente invaso dai turisti, la maggior parte ragazzi. Il sole incoccia e quindi rimandiamo il nostro giro a terra verso sera. Dopo un paio d'ore ci si affianca un Beneteau 51 con cinque maturi signori israeliani a bordo. Purtroppo con il calar delle tenebre inizia il delirio: sulla strada alle nostre spalle, uno accanto all'altro, vi sono una serie di locali che hanno messo "boom boom music" a palla. Il risultato e' una cacofonia infernale di suoni, come raramente mi era capitato di ascoltare. I locali attirano decine di giovani, tutti con un bicchiere di birra o di qualche superalcolico in mano. Sara', ma non mi paiono avere l'aria divertita. Scuotono tutti ritmicamente la testa e le spalle senza riuscire a conversare a causa del rumore. Tutto cio' andra' avanti fino alle 2 del mattino. Per tirarla in lungo, decidiamo di andare a bere un cocktail anche noi in un locale un po' piu' decentrato: ordiniamo un negroni e un mojito che si rivelano essere annacquati e un margarita che ha il sapore di un martini bianco. Che delusione. Rientrati in barca, per un attimo ho pensato di dare fondo un poco fuori dal porto per allontanarci da quel baccano infernale, ma alla fine desisto. Un vero peccato che un posto cosi' magico sia rovinato da tanta imbecillita' umana. Mi resta ancora un dubbio: non e' che sia io che sto' invecchiando?

(Giornale di bordo) 

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