CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 28 aprile 2018

Kalamos - Kastos


La notte e' trascorsa tranquillamente, ma verso le 7 veniamo svegliati di soprassalto da una musica a tutto volume. Sono vecchie canzoni greche dai suoni e dalle parole melodiose ma, mi viene da pensare, a chi e' venuto in mente di metterle sparate a palla a quest'ora del mattino? Mi affaccio dal tambuccio e scopro che la musica proviene da un piccolo gozzo che sta rientrando in porto con un pescatore ritto in piedi e con il timone tra le ginocchia. Se una cosa simile fosse accaduta in un altro posto sono certo che avrei mandato un sacco di accidenti all'interessato. Invece, in questo contesto la strana scena mi fa sorridere e quasi piacere. E' proprio vero, nella vita tutto prende una diversa connotazione a seconda dell'atteggiamento con il quale ci poniamo di fronte alle cose. Anche se non e' facile nella quotidianita' essere sempre tolleranti. L'improvvisato concerto finisce non appena il gozzo attracca al molo dove nessuno sembra fargli caso. Tra Kalamos e la piccola isola di Kastos, dove oggi ci sposteremo, ci sono solo cinque miglia. Le percorriamo a motore, anche a causa della totale assenza di vento. Morfologicamente, Kastos e' l'opposto di Kalamos. L'isola, infatti, e' quasi pianeggiante e la vegetazione di alto fusto e' scarsa. Prima di entrare nel minuscolo porto occorre fare attenzione ad una zona di bassi fondali, che e' comunque ben segnalata sulla carta. Al piccolo molo di soprafflutto vi sono gia' due barche a vela, mentre una terza, un po' piu' grande, e' alla fonda. Al fine di evitare di ormeggiare nella parte esterna del molo dove sono dipinte delle strisce nere e gialle che solitamente indicano il posto di attracco del traghetto e di evitare di dirigermi in una zona dove sul portolano sono segnalati bassi fondali, decido di infilarmi nell'ampio spazio lasciato tra le due citate barche. Quella a destra e' un Allure 40 con bandiera olandese, quella di sinistra e' un Bavaria 40 con bandiera inglese. Mentre i sudditi di Sua Maesta' Elisabetta, come e' loro abitudine, non alzano minimamente la testa al nostro arrivo, l'olandese, sbracciandosi, dalla prua della sua barca mi urla che ho gettato l'ancora sulla sua. Non e' cosi', ma per evitare discussioni, ripeto la manovra. Poi, giocoforza, mi aiuta ad ormeggiare prendendomi le cime in banchina. Dopo pranzo, gli olandesi, una famiglia composta da nonni armatori, figlia, genero e nipotini partono e vanno a farsi un bagno, gli inglesi, invece, sempre ad occhi bassi, continuano a trangugiare litri di the freddo. In quel momento arrivano in porto due nuove barche: la prima, "Alanzi", e' un piccolo e vissuto sloop con bandiera belga, la seconda e' un charter con marito e moglie gallesi. L'equipaggio di "Alanzi" mi sembra sgamato ed effettua in un attimo la manovra. Piu' complesso l'ormeggio dei gallesi a cui do una mano. Al tramonto, passato il caldo, scendiamo a terra per fare due passi. Il paese e' minuscolo e pare quasi disabitato. Superata la chiesa, per una stradina sconnessa raggiungiamo il mulino a vento che si intravedeva sulla collina dal porto. E' stato trasformato in un bar e dalla terrazza si gode un panorama mozzafiato sulla baia antistante. Lo gestiscono madre e figlio a cui facciamo i complimenti per la cura dei particolari. Piu' tardi scopriremo che il mulino si puo' raggiungere anche da una strada che costeggia il mare, molto piu' breve e meglio intrattenuta. Sul molo incontriamo Marc e Micky, l'equipaggio di "Alanzi". Entrambi lavorano nel cinema e vivono in Lussemburgo. Il primo e' belga, con aria sorniona, il secondo e' portoghese ed indossa un cappello alla Vasco Rossi. Sono partiti da Corfu', dove hanno lasciato la barca lo scorso inverno, e nei giorni scorsi hanno navigato tra Itaca a Cefalonia. A Fiskardo, ci raccontano, mentre entravano in porto gli si e' rotto l'acceleratore con la marcia ingranata e hanno gettato nel panico l'equipaggio di un catamarano che se li e' visti arrivare contro a forte velocita'. "Fortunatamente Alanzi pesa solo 4 tonnellate", mi dice Marc, "e cosi' siamo riusciti a fermarla facilmente!!". Dopo aver aspettato per una settimana il pezzo di ricambio e riparato il guasto, sono ripartiti da Fiskardo questa mattina e hanno raggiunto Kastos nel pomeriggio. Il loro programma e' di lasciare la barca a Messolonghi, tirandola in secco. "Un paio di anni fa", prosegue Marc, "l'avevo lasciata in acqua nel Marina di Ragusa, arrivando dalla Tunisia dove mi ero fatto sostituire una presa a mare. A dicembre quelli del Marina mi hanno chiamato dicendomi che per un pelo erano riusciti ad evitare che la barca affondasse. La presa a mare sostituita in Tunisia si era rotta!" "Proprio gentili quelli del Marina! Da allora, pero', ogni volta che la lascio per un certo periodo, preferisco tirarla in secco!", commenta con un sorriso. In effetti, guardando "Alanzi", mi pare proprio una buona idea. Salutati i nostri amici, rientriamo in barca. Domani vorrei raggiungere la baia che si trova alle spalle dell'isola di Petalas e li' trascorrere la notte.

(Giornale di bordo)

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