CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 14 novembre 2017

Lakka


La notte appena trascorsa e' stata veramente una di quelle buie e tempestose. Costantino ce lo aveva detto! ''Quando da queste parti il tempo e' brutto, si tratta di una cosa seria''. In effetti non avevo mai visto una tale quantita' di lampi e tuoni per cosi' tante ore di seguito. Solo al mattino smette di diluviare ed esce un pallido sole. Habibti e' ormeggiata accanto al molo utilizzato d'estate dal traghetto che porta i turisti. Seduti in pozzetto ci gustiamo i ritmi lenti della vita del villaggio. Siamo in un giorno lavorativo, eppure all'ora di pranzo il molo si popola di pescatori, un po' di tutte le eta'. Ti salutano e ti sorridono. Uno di loro, proprio accanto a noi, pesca una murena. Mi dice: ''Murena no good'' e mi chiede di aiutarlo a tenerla ferma con una specie di arpione mentre gli taglia la testa. Poi la mette in un secchio e se ne va a casa. Mi chiedo se la cucinera' per pranzo. Anni fa con una murena avevamo fatto un sugo per la pasta. Non avevo avuto il coraggio di dire a chi l'aveva presa che solo l'idea mi disgustava. Il sugo era risultato pessimo e in piu' una spina mi si conficco' in gola. Fu un momento per nulla gradevole. Oggi invece si e' pranzato alla taverna sul porto. Calamari fritti, gamberoni saganaki e una portata di triglie e orate alla griglia con cipolle, pomodori e patate fritte di contorno. Per dolce uno yogourt compatto con salsina e pezzetti di uva passa. Una delizia.  La proprietaria della taverna ci ha chiesto un po' stupita come mai siamo in vacanza in questa stagione. Difficile spiegarle alla luce del brutto tempo di questi giorni che per noi questo e' il periodo migliore per andare per mare, senza turisti e barche di charter in ogni angolo. Poi per aiutare la digestione facciamo due passi in direzione della vecchia scuola del paese. Una casetta rossa un po' fatiscente, ma dal bello stile architettonico e che la notte viene ulteriormente valorizzata da una appropriata illuminazione. Proseguiamo per la strada in salita che porta in prossimita' dell'ingresso della baia, segnalata di notte da un fanale a luce rossa intermittente. Da quell'altura e' bello vedere Habibti ormeggiata tutta sola in questo scenario da favola. Al calare del buio ce ne torniamo in barca. Di cenare neanche a parlarne dopo il pranzo luculliano di oggi. Invece, con mia madre giochiamo una partita a scopa nella quale mi straccia letteralmente. Due gocce di grappa ci sembrano adeguate per concludere in bellezza questa giornata, durante la quale ci siamo goduti la bellezza del luogo, la lentezza dei suoi tempi e la malinconia di questi colori invernali.

(Giornale di bordo)   

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