CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







lunedì 20 novembre 2017

Kerkira


Ora che la vacanza sta volgendo al termine il tempo si è rimesso al bello, anche se la temperatura si è abbassata notevolmente a causa del vento da nord. Alle 11 ritiriamo la nostra Punto e scendiamo in città. Mi impressiona l'imponente fortezza veneziana su i cui bastioni ancora si trovano posate alcune statue in marmo bianco raffiguranti il Leone di San Marco. Una testimonianza del lungo periodo, di quasi 400 anni, nel quale Venezia ha dominato questo luogo strategico che consentiva il controllo dell'accesso del mar Adriatico. Il centro storico, che percorriamo a piedi, è affollato. Ci perdiamo vagando senza meta tra gli stretti vicoli. Poi pranziamo da "Elia", una tipica taverna greca, seduti ad un tavolino all'aperto sotto un porticato. La gestione è familiare: padre e madre in cucina e i due figli che servono ai tavoli. Semplicità e genuinità al tempo stesso. All'interno, seduta ad un tavolo, c'è una signora anziana che potrebbe essere la sosia di Marguerite Yourcenair. Di tanto in tanto, con il sottofondo musicale proveniente da una radio, intona con una voce possente qualche canzone tradizionale greca. Dalle melodie e dai suoni si capisce quanto la Grecia non sia poi così lontana dal Medio oriente. Il pasto ha contemplato: formaggio saganaki fritto, tarama salata e maialino arrosto cotto in un forno a legna e accompagnato da cipolle, pomodori e patate fritte. Una delizia. Il vino bianco della casa e una grappa greca hanno fatto il resto. Dopo pranzo altri due passi in città con qualche immancabile acquisto. Serata tranquilla a bordo. Sotto il paiolato di Habibti, pressoché irraggiungibile se non smontando il tavolo e parte del paiolato stesso, ora riposa una "donna di fiori", caduta dal mazzo di carte nelle mani di mia madre e che, secondo la legge di Murphy, si è infilata nell'unica fessura millimetrica esistente. Che se si tentasse di farlo apposta non ci si riuscirebbe neanche a morire.

(Giornale di bordo) 

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