CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 11 novembre 2017

Gouvia


Dopo aver trascorso una notte ad Atene, arriviamo a Corfu con il volo delle 8 della mattina sotto una pioggia scrosciante. Purtroppo le previsioni per i prossimi giorni non sono un granche'. Ritiriamo la Fiat Punto che avevamo affittato e raggiungiamo il Marina di Gouvia percorrendo la strada che costeggia la citta' vecchia. Habibti e' ormeggiata al molo M posto 45. Gli amici inglesi nostri vicini di barca non ci sono. In effetti ci avevano detto che sarebbero restati solo fino a fine ottobre. Conosciamo invece degli altri vicini, armatori della barca a vela sulla nostra sinistra, inglesi anche loro naturalmente. Stanno partendo per rientrare a casa e ci dicono che fino al giorno precedente sembrava fosse ancora estate. Oggi, invece, grandi nuvole nere riempiono il cielo scaricando catinelle d'acqua. Nell'attesa che arrivi il pomeriggio, quando dovremo tornare in aeroporto a prendere mia madre in arrivo da Roma, sistemiamo la barca e andiamo a fare cambusa in un vicino supermercato. Il vero problema, fatta la spesa, e' portarla a bordo. Il tragitto dal parcheggio alla barca e' piuttosto lungo e con tutta la pioggia che sta cadendo la doccia e' assicurata. E cosi' e' stato. Arrivo in barca completamente inzuppato, nonostante avessi indossato la cerata. E la spesa non e' da meno. Per pranzo spilucchiamo qualcosa in uno dei bar del porto. Approfittiamo anche del WiFi per controllare nuovamente le previsioni del tempo. Sono poco incoraggianti, ma non disperiamo. Alle 17 siamo in aeroporto. Il volo di mia madre e' previsto atterrare una mezz'ora piu' tardi. Tuttavia, alla pioggia torrenziale ora si sono aggiunti anche tuoni e fulmini. Il cielo ne e' completamente rischiarato. L'atterraggio dell'aereo viene pertanto ritardato per ben due volte, fino a quando il pilota, dopo aver sorvolato per oltre un'ora e mezza Corfu', decide di fare ritorno ad Atene. Saggia decisione. Verso le 20 riesco a contattare telefonicamente mia madre. E' piuttosto scossa dall'esperienza. ''Credevo che saremmo precipitati'', mi ha detto senza fare altri commenti. Fortunatamente riesco a metterla in contatto con un altro passeggero greco che parla italiano. E' Costantino, il marito di Angela che casualmente avevamo conosciuto mentre aspettavamo insieme in aeroporto. Una coincidenza fortuita ma risolutiva in quanto mia madre che non parla inglese avrebbe sicuramente avuto difficolta' di comunicazione all'aeroporto di Atene. Costantino, ci dice Angela, ha imparato l'italiano da ragazzo mentendo ai genitori, convinti che nel corso di lingua che gli avevano pagato stesse studiando il tedesco. Ci diamo tutti appuntamento per l'indomani mattina. Noi torniamo in barca dove ci prepariamo una minestra e apriamo una bottiglia di vino rosso. Fuori continua a diluviare e fa pure freddo.

(Giornale di bordo)

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