CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 5 luglio 2017

Maratea - Cetraro



Altra giornata di sole. Soffia un vento da sud sugli 8 nodi. Lasciamo il porto e bordeggiamo tutta la giornata risalendo con il code 0. Alle 10 siamo al traverso dell'Isola del Dino, alle 10.32 al traverso di Scalea, alle 13.34 a quello di Diamante, alle 16.25 al traverso di Capo Bonifati. Navighiamo tranquillamente su un mare calmo accompagnati dalla voce di Pavarotti che interpreta alcune vecchie canzoni italiane. Quelle degli anni trenta, che mia nonna conosceva a memoria e che ogni tanto quando ero bambino mi intonava tanto che ora le conosco a memoria anch'io. Tra un "Fiorin fiorello" e un "Vivere" raggiungiamo il porto di Cetraro. L'ingresso è in parte insabbiato, ma una boa (da lasciare a sinistra) ci indica il passaggio che è stato dragato. Alcuni amici mi avevano espresso perplessità su questo porto, "poco organizzato" e "decentrato" rispetto al paese. Che sia decentrato è vero, ma quanto alla cattiva organizzazione non sono d'accordo. Le docce e i bagni sono pulitissimi, ci sono lavatrice e asciugatrice e addirittura una stireria, quest'ultima da noi mai trovata in un altro porto prima d'ora. Certo, il luogo non brilla per il suo "charme". E' piu' un porto di transito o un "parcheggio" invernale. Anche i prezzi sono interessanti: per un 12 metri la tariffa annuale è di 2400 euro e se uno non utilizza il posto barca nei mesi di luglio e agosto c'è un ulteriore sconto del 30%. Prossimamente, poi, dovrebbe entrare in funzione il nuovo cantiere con annesso "travel lift". Ormeggiati accanto a noi ci sono da un lato due pensionati olandesi su un 47 piedi e dall'altro un Beneteau 42 con a bordo marito-comandante e Maria. "Maria prendi la trappa", "Maria tira la trappa", "Maria, non scivolare", "Maria attenzione", "Maria posa il mezzo marinaio", "Maria fai questo", "Maria fai quello", "povera Maria!" dico io. 

(Giornale di bordo)

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